Francia, 1959 - 90’
Regia: Alain Resnais
Sceneggiatura: Marguerite Duras
Cast: Emmanuelle Riva, Eiji Okada, Stella Dallas, Bernard Fresson, Pierre Barbaud
Distribuzione: CG Entertainment
In una città segnata dalla devastazione atomica, un'attrice francese e un architetto giapponese vivono un'intensa e fugace storia d'amore. La loro passione brucia tra le rovine, mescolando ricordi struggenti e segreti incoffessabili. Le loro conversazioni rivelano ferite profonde, legate alle cicatrici della guerra e ai fantasmi del passato. Un capolavoro cinematografico che intreccia passione e memoria. Un’incantevole esplorazione del desiderio e del dolore. Questo film ha segnato un'importante tappa nell'emergere del movimento della Nouvelle Vague.
"È un film che non potevamo prevedere in base a quello che già sapevamo di cinema." Jean-Luc Godard
"Hiroshima è una parentesi nel tempo. È il film della riflessione, sul passato e sul presente." Jacques Rivette
"Parlando con Marguerite Duras, abbiamo constatato che, anche se nel 1958 bombe atomiche giravano continuamente intorno alla terra, pronte a far esplodere il pianeta, ebbene noi potevamo vivere tranquillamente come se niente fosse. Se qualcuno l'avesse detto cinque o dieci anni prima, non sarebbe stato creduto. Era l'idea che, alla fine, ci si abitua a tutto. Allora piuttosto che fare un film sulla bomba atomica, che era la commissione di partenza, da parte di Argos Films, abbiamo avuto voglia di fare un film sull'idea della bomba atomica, che presente sullo sfondo, non sarebbe stata direttamente sullo schermo."
Alain Resnais sugli intenti che hanno guidato lui e Marguerite Duras nella stesura di Hiroshima mon amour
Resnais cambia il cinema per sempre, alla stregua dei cugini della nouvelle vague sull’altra riva. Nascita del cinema moderno: è sì forte l’impronta “letteraria” della sceneggiatrice Marguerite Duras ma sono segni di una sperimentazione linguistica rivoluzionaria i salti di montaggio, l’uso del flashback, di insert (quasi) subliminali, di un testo asincrono rispetto alle immagini frammentarie con cui (però) dialoga in interdipendenza, di un dissonante lirismo che nega il pathos del contenuto, di un commento sonoro che organizza le battute drammaturgiche, di Tempo e Spazio non lineari in un raccontare ellittico, volutamente concentrato su comportamenti contraddittori, più immerso nei flussi di coscienza che nei fatti. [...] Ossessionato dal tema della memoria, Resnais piega il cinema ai suoi movimenti, ai suoi stadi, ai suoi vuoti e ai suoi lasciti, talmente dolorosi da indurre alla ricerca dell’oblio: ma dimenticare, rimuovere, ignorare sono deboli panacee per un presente che non esiste senza il passato.
(Niccolò Rangoni Machiavelli, Gli Spietati)
Sembra incredibile accostare un documentario sul Giappone post-bellico, un film tra i più romantici di sempre e la paura di vivere, ma Alain Resnais - uno dei Maestri della Nouvelle Vague - ci è riuscito firmando Hiroshima mon amour: semplicemente un capolavoro senza tempo. [...] Little Boy, l'ordigno sganciato il 6 agosto 1945, resta costantemente sullo sfondo delle vicende dei due amanti di Hiroshima mon amour: sia nelle ferite che ha lasciato e con la cui sofferenza si è obbligati a convivere anestetizzandosi, sia soprattutto nell'incapacità di costruire un futuro che permea il rapporto tra i l'architetto e l'attrice. In questo il film della Duras e di Resnais sovverte quelli che erano gli intenti iniziali del progetto, ovvero di realizzare un documentario sull'accaduto di quella mattina d'estate del '45, ma diventa un vero e proprio racconto di come un evento abbia completamente cambiato la percezione di tutti quanti i loro contemporanei. [...] Un dialogo tra mondi cinematografici differenti che nasce assieme all'idea stessa del film - che in un primo momento doveva essere un documentario - Lui è il documentario, lapidario, fermo, sicuro e accurato, mentre Lei è il Cinema di finzione, fatto di flashback, battute emozionanti e trasporto interiore: Hiroshima mon amour è l'impossibile tentativo di sintesi e lo scontro tra questi due universi.
(Fabrizio Cassandro, Cinefacts)
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