Riparte ASSOLO: “La mite” di Dostoevskij al Teatro Mascheranova

Riparte ASSOLO: “La mite” di Dostoevskij al Teatro Mascheranova

Riparte questa domenica con il terzo appuntamento la rassegna ASSOLO del Teatro Mascheranova di Pontecagnano, dedicata ai monologhi per attore solo, e inserita all’ interno della stagione teatrale “Imperfetta forma” 2022/2023. Dopo due appuntamenti dedicati alla stand up poetry andati in scena nel mese di febbraio, il Teatro Mascheranova riapre le porte al pubblico per i restanti due appuntamenti della rassegna ASSOLO. In scena questa domenica 12 marzo un adattamento di un piccolo tesoro della letteratura russa: “La Mite”, di Fëdor Dostoevskij, a cura del Teatro delle Bambole. Compagnia di teatro di ricerca pugliese fondata nel 2003 compie quest’anno vent’anni di eccellente attività, con un repertorio di spettacoli che sondano linguaggi diversi, legati all’ indagine del suono e del movimento scenico, attraverso testi di autori quali Jean Genet, Sarah Kane e appunto Fëdor Dostoevskij. Il manifesto culturale del Teatro delle Bambole si ispira al lavoro sul suono di Gisela Rhomert (Metodo del Lichtenberger® Institut fürangewandte Stimmphysiologie) e al “Teatro delle Orge e dei Misteri (Orgien-Mysterien-Theater)" dell’ artista austriaco Hermann Nitsch, massimo esponente del Wiener Aktionismus.Il monologo “La mite” è sì un adattamento della celebre opera dell’autore russo, ma attraverso il filtro dell’azione drammatica assume una densità specifica e complessa, attuale e al tempo stesso antica, ma soprattutto potente. È esattamente questo l’aggettivo che ben si addice allo spettacolo “La mite”, di una potenza spietata e dirompente, grazie alla sapiente regia di Andrea Cramarossa(che ha curato anche l’adattamento del testo) e all’interpretazione magistrale di Francesco Gobbi. La mite del titolo altri non è che una donna, una moglie qualsiasi, che si è tolta la vita dopo anni e anni di frustrazioni e soprusi psicologici (inconsapevoli o meno) adopera del marito. È proprio il marito della donna a raccontare la storia, partendo dalla fine appunto, inchiodato su un palco e spezzato e frammentato dalle luci, così come sono spezzati e frammentati i suoi ricordi, mentre cerca risposte a domande che non si è mai posto prima del tempo del racconto. Va alla ricerca del perché sia potuta accadere una simile disgrazia, ripercorrendo un matrimonio infelice e scovando indizi, alcuni dei quali estremamente lampanti, dell’ erosione psicologica della “mite”. Pur essendo una messa in scena di carattere tradizionale, si discosta totalmente da ogni tentativo naturalistico grazie ad un intelligente uso del corpo dell’attore, della sua voce e dell’ impianto illuminotecnico; tutto ciò va a costituire una chiave di lettura che si muove su molteplici livelli, ma scava a fondo, al punto tale che lo spettatore resti avvolto in una nuvola di presenze anche al termine della rappresentazione.

Inscena pochi elementi simbolici, le luci tentano di spezzare e isolare parti del corpo dell’attore, che con una gestualità decisa e puntuale affonda nella propria presa di consapevolezza, scivolando in un turbinio di ossessioni e paranoie, imbattendosi in risposte a domande che non sapeva di volersi porre e lasciando nonostante tutto un senso di innegabile delicatezza. Tentando di giustificarsi, commiserarsi, esorcizzare quanto accaduto, il marito finisce per sancire la sua stessa condanna e il corpicino di quella donna mite e umile amata in silenzio e nel modo sbagliato è lì per tormentarlo con la sua dirompente realtà.

L'edera - Per un' etica rampicante nello spettacolo

Ad arricchire e impreziosire l’appuntamento con “La mite”, sarà poi un incontro con il Teatro delle Bambole al termine dello spettacolo, una chiacchierata informale tra scena e platea in cui gli spettatori avranno l’opportunità di dialogare apertamente con la compagnia. Tale disponibilità da parte di una compagnia ad aprire un dibattito con il pubblico è una grande occasione per immergersi totalmente nell’esperienza teatrale. In tale occasione saranno anche presentati i due libri che riguardano da vicino la compagnia inscena:

-“L’edera. Per un’etica rampicante nello spettacolo”, edito da Edizioni Corsare(Collana Scenica), a cura del collettivo Itaca Etica. Il volume si propone di effettuare un’indagine su cosa realmente significhi fare teatro in Italia oggi, mettendo in chiaro che il teatro è un mestiere vero e proprio e che come tale deve iniziare ad essere correttamente regolamentato, tutelato e retribuito. Iltesto si rivolge sia agli operatori teatrali che ai non addetti ai lavori, portandoci nel “dietro le quinte” della macchina teatrale italiana.

-“Usme del paradiso”, di Andrea Cramarossa, edito da Fondo Verri (Collana Spagine). La poeticità che Cramarossa infonde nei suoi spettacoli teatrali trova posto in questa raccolta poetica di cui è autore, un canto al creato, alla sua meraviglia come anche ai suoi orrori.

 

Da non perdere, dunque, l'opportunità di assistere a questo monologo potentissimo e denso, ma al tempo stesso accessibile a tutti e intrigante, intelligente, attuale e moderno, ma al tempo stesso dal sapore archetipico. “La mite” del Teatro delle Bambole di Bari sarà in scena solo domenica 12 Marzo al Teatro Mascheranova di Pontecagnano, alle ore 19:00.

Per info e prenotazioni è possibile contattare il botteghino al 340 835 4657 e al 331 2288792. Evento fuori abbonamento, la prenotazione è fortemente consigliata.