OPEN HOUSE - un' esposizione di Humana

Liberamente tratto da "A porte chiuse" di J.P. Sartre
A cura del Collettivo BEstand
Dramaturg Dario Postiglione
Regia Giuseppe Maria Martino
Con Martina Carpino, Simona Fredella, Rebecca Furfaro
Disegno luci Sebastiano Cautiero
Progetto multimediale Tommaso Vitiello
Sound Design Luca De Matteis
Istallazione e scenografia Vincenzo Fiorillo e Paolo Iammarone
Produzione Collettivo BEstand (con Factotum)
Coproduzione Casa del contemporaneo 

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SINOSSI
HUMANA – data analytics | trading | protection è lieta di invitarvi a OPEN HOUSE, l’expo del nostro PARS (Programma Avanzato di Ricerca Sociale). Big data, dati biometrici, Social Networking, Deep Self: dai trend sociali ai comportamenti individuali, grazie a HUMANA il web è uno spazio più sicuro e monitorato.

OPEN HOUSE è un Panopticon digitale, un’installazione performativa che nasce dalle suggestioni di "A porte chiuse" di Sartre. OPEN HOUSE è il luogo virtuale in cui le vostre identità sono messe al servizio del collettivo e diventano materiale espositivo a fini pedagogici ed estetici.
HUMANA crede nell’arte come strumento di sensibilizzazione e come occasione di recupero per le soggettività devianti o a rischio di comportamenti antisociali. Dalla collaborazione col collettivo BEstand nasce OPEN HOUSE, un’installazione performativa che incrocia le suggestioni di "A porte chiuse" di Sartre con l’ideazione di un Panopticon digitale.
L’expo vi invita a esplorare i tre case study estratti dal nostro database, ricostruendo la loro vita emersa e le loro storie occulte, dalle tracce lasciate sul web alle testimonianze dirette. La nostra mission è la costruzione di un modello teorico predittivo dell’human behaviour, col fine di prevenire e riabilitare le deviazioni dalla norma sociale. Entra nel futuro con HUMANA: potresti esserci anche tu.

OPEN_HOUSE è un progetto di performance site specific che parte dalle suggestioni di “A porte chiuse” di J.P. Sartre: tre individui confinati in un non-luogo, obbligati a confessarsi a vicenda i propri delitti con l’intento di convertire la forma inattuale del teatro da camera in un teatro contemporaneo dell’esperienza partecipata, attraverso l’uso di codici e dispositivi digitali, la scrittura scenica e il lavoro di auto fiction.
L’opera è strutturata in tre stadi che la rendono attraversabile a più livelli: 1.Un’installazione aperta al pubblico prima della performance; 2. La performance dal vivo con il suo arco narrativo in dialogo col testo di Sartre; 3. Uno storytelling trans mediale che si svolge sui profili social delle performer e di Humana. La camera-inferno diventa lo spazio di un’esposizione aziendale aperta al pubblico, metafora del controllo psicopolitico, un luogo dove Sorvegliare e Punire di Foucault lascia il passo “al motivare e all’ottimizzare” dell’Infocrazia descritta dal filosofo Byung-Chul Han. Le tre protagoniste sono miniere di dati che diventano case study, esemplari di studio per indagini di marketing e ricerche sociali sui modelli comportamentali. Potenzialmente lo stesso vale per il pubblico.

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